Paese di destinazione:
Italia
Lingua
CARRELLO
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Schiavenza Langhe Nebbiolo 2021

Schiavenza Langhe Nebbiolo

2021
Esaurito

18,00

/ bott. 0,75 L

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Scheda tecnica

TipoVino rosso
Regione
Uve
Produttore
AllergeniContiene solfiti
Gradazione alcolicai14,0%

Il vino

Il Langhe Nebbiolo di Schiavenza, se ci passate il gioco di parole, non è “solo” un Langhe Nebbiolo. È certamente qualcosa in più, che fa parte del preciso areale da cui provengono le uve e dal giusto tempo e metodo di affinamento che l’azienda, tra le migliori a Serralunga d’Alba, gli riserva con assoluta priorità. È questo, d’altronde, il comune del Barolo che, secondo l’opinione di molti, regala insieme a Monforte d’Alba il nebbiolo più austero, longevo, graffiante, elegante e aristocratico, insomma la culla della quintessenza del rosso più intransigente di Langa. Vinificazioni in cemento, lunghi affinamenti in botti grandi e nessuna filtrazione sono le parole chiave dello stile Schiavenza, oltre all’ecosostenibilità, che è un punto cardine per questa famiglia cordiale e ospitale che vive nello stesso stabile della cantina e ama definirsi prima cliente dei propri vini.

Schiavenza lavora il nebbiolo con una rara maestria attinta alla lunga tradizione di cui l’azienda è protagonista. E lo dimostra in modo particolare il Langhe Nebbiolo, che certifica la versatilità e la poliedricità non solo della varietà, ma anche della cantina che la lavora, estraendone sempre la massima caratura espressiva. Le uve atte a diventare Langhe Nebbiolo provengono quasi interamente dall’ettaro e mezzo abbondante che Schiavenza possiede a Monforte d’Alba, comune limitrofo a Serralunga con cui sostanzialmente condivide le caratteristiche territoriali generali. Si tratta più precisamente di tre distinte parcelle in località Perno, che gli amanti dei grandi e austeri Barolo ben conoscono come uno dei cru più performanti della zona. E infatti, all’inizio degli anni Duemila, Schiavenza da questi filari produceva proprio un Barolo Perno, poi abbandonato in favore del Langhe Nebbiolo. Segno che questo vino, di fatto declassato per renderne più agile l’affinamento e la beva, ha tutte le potenzialità per esprimersi come vuole la denominazione più prestigiosa.

A seconda delle parcelle, in Perno si trovano ora suoli sabbiosi, un po’ meno compatti che a Serralunga, ora inserti argillosi e calcarei più consistenti, talvolta con presenze tufacee. Un suolo, quindi, articolato e composito, che nel giro di pochi fazzoletti di terra può regalare un vino eccezionalmente complesso, equilibrato e longevo. A seconda delle annate, è possibile che confluisca nel Langhe Nebbiolo un piccolo saldo di vino derivante dai cru di Serralunga. Il vigneto, esposto a sud-ovest ad un’altitudine di 300-400 metri sul livello del mare, è allevato con moderni sistemi a spalliera e comprende ceppi che hanno oltre 25 anni di età. La vendemmia, rigorosamente manuale, avviene tra la seconda metà di settembre e la prima metà di ottobre, e rende mediamente tra i 70 e gli 80 quintali di uva per ettaro.

Il Langhe Nebbiolo, una volta giunto in cantina, sosta in vasca di cemento 15-20 giorni per la macerazione. Una volta svinato, viene conferito in botti grandi di rovere di Slavonia da 30 e 36 ettolitri, dove riposa per circa un anno di affinamento. Durante questo periodo, frequenti batonnage aiutano l’evoluzione dei profumi e della struttura, e naturalmente non si effettuano filtrazioni ma solo travasi. Al termine dell’affinamento in botte, il vino viene rimane in bottiglia per qualche mese di ulteriore riposo prima della commercializzazione. Se ne producono circa 5000 bottiglie per ogni annata.

Color granato carico, il Langhe Nebbiolo di Schiavenza esprime già al calice un’ottima consistenza e, da grande vino quale è, richiede ampie rotazioni per aprirsi in modo strepitoso. All’olfatto si racconta con un bel bouquet floreale di rosa appassita, contrappuntato con una caratteristica nota di foglia macerata, sottobosco e fungo. Le note fruttate virano verso la prugna in confettura e l'amarena sotto spirito, insomma all’insegna di una certa “scurezza” delle sensazioni. Con il tempo, il calice evolve esprimendo più netti sbuffi balsamici di liquirizia e origano, con ricchi e poliedrici sentori di scorza d’agrume essiccata, cannella e smalto, in un singolare concento di percezioni dolci e amarognole.

Al sorso, questo nebbiolo rivela una struttura alquanto pronunciata, che lavora sul giusto equilibrio tra austerità e verticalità. Quest’ultima è garantita da un tannino deciso, che ben identifica tutte le potenzialità della varietà in fatto di longevità: siamo di fronte a un Langhe Nebbiolo che ha tutte le carte per diventare un Barolo, e che conferma questa sua caratura nella lunghissima e robusta persistenza, nella sua completezza strepitosamente articolata. Un rosso saporito, certamente di grande vocazione gastronomica, perfetto sì con molti formaggi stagionati, ma da consacrare ai secondi della tradizione: per chi si cimenta nella preparazione di arrosti – anche ripieni – brasati e bolliti, rappresenta certamente la più valida alternativa quotidiana a un Barolo o un Barbaresco.

Che sapore ha questo vino?

Colore
Rosso granato / Intenso / Consistente
Fragranza
Rosa appassita / Foglie secche / Sottobosco / Funghi / Confettura di prugne / Amarena sotto spirito / Mirtillo / Liquirizia / Mirto / Scorza d' arancia / Cannella / Sandalo
Palato
Di corpo / Austero / Tannini marcati / Finale intenso / Persistente / Finale ammandorlato

Consumo e conservazione

Servire tra 16 ºC e 18 ºC

Abbinamenti

Formaggi stagionati / Brasato al Barolo / Bollito misto / Arrosto di manzo al ginepro

Recensioni dei nostri clienti

5,0/5
1 recensione
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L'azienda

Schiavenza

Schiavenza

L’azienda Se c’è un’azienda che, anche sotto il profilo umano e caratteriale, rappresenta la storia e la personalità di Serralunga d’Alba e del suo nebbiolo, quella è certamente Schiavenza. E, ricordiamolo subito, Serralunga d’Alba è il comune del Barolo che, secondo l’opinione di molti, regala insieme a Monforte d’Alba il nebbiolo più austero, longevo, graffiante, elegante e aristocratico, insomma...

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