Guido Marsella è stato il primo produttore di Fiano di Avellino a mettere in commercio il proprio vino dopo un anno di affinamento in cantina. L’abitudine, per i produttori irpini, era quella di uscire a ridosso della vendemmia, dopo una minima stabilizzazione del vino in acciaio. Marsella rivendica, con giusta pervicacia, questo suo primato, che lo elegge a ispiratore di molti altri nomi che lo hanno seguito. E, adesso, il suo Fiano esce non dopo uno, ma dopo due anni dalla vendemmia.
Per chi ha avuto il piacere di conoscerlo, Marsella è un fiume in piena. Ricorda con amarezza le prime delusioni, alimentate da chi gli sconsigliava di immettere sul mercato un Fiano già “invecchiato”. E con soddisfazione, unita a una precisione maniacale per l’igiene e la gestione della cantina, esibisce ai visitatori un’incredibile tino unico d’acciaio, che si presenta come una torre mattonata, in cui conferisce interamente il suo prodotto. Motivo? Che affini tutto insieme, e che all’assaggiatore, dal critico al semplice consumatore, arrivi uniforme, senza la minima sbavatura dovuta alla sosta in recipienti differenti.
Le vigne sono collocate nel versante del Fiano che, ormai da anni, si sta dimostrando il più performante per verticalità, mineralità e longevità. È il comprensorio di Summonte, alle falde del monte Partenio, a quote superiori ai 600 metri, fin circa agli 800. Terroir schiettamente vulcanico, con inserti rocciosi e argillosi, scosceso, aspro, di origine vesuviana. Un teatro naturale per vini eccezionali.
Il Fiano di Marsella ha un’acidità fissa di circa 7 g/l e un residuo secco totale di circa 20 g/l. Freddi numeri, forse, che però raccontano di un bianco incredibilmente verticale per acidità ed estremamente strutturato: caratteristiche che, combinate, non solo conferiscono al prodotto un’evidente personalità, ma gli garantiscono anche una grandiosa longevità. I Fiano di Marsella delle prime vendemmie degli anni Duemila, non a caso, si degustano con inusitata piacevolezza, indice del fatto che possono sorprendere ancora per lustri.
Paglierino delicato, senza eccessi dorati - il Fiano di Marsella è longevo per qualità innate, senza aiuti di rovere - esprime una piaevole consistenza alla vista. Al naso, pur da giovane, esprime uno sbuffo agrumato che convince immediatamente e che lascia intendere la futura maturità. Un vino da aspettare, come denuncia non solo il corredo aromatico di macchia mediterranea, ma soprattutto la tipica nota fumé, schiettamente minerale e vulcanica. Lo stile verticale, territoriale senza compromessi, torna all’assaggio. Qui si avvertono uno straordinario dinamismo e una freschezza frustante, che tuttavia non nascondono la struttura autorevole del cavallo di razza.