Biancolella
La biancolella può essere ascritta fra le uve bianche migliori d'Italia. Autoctona dell'isola di Ischia, nell'arcipelago campano di fronte a Napoli, beneficia della stessa caratura morfologica dei Campi Flegrei: suoli, dunque, pienamente vulcanici, a volte, nei cru migliori come Frassitelli, in altura, inframmezzati da emersioni rocciose verdi, estremamente minerali. Scarsamente produttiva e tardiva, la biancolella avrebbe origini greche, ma deriverebbe più direttamente dalla Corsica, dov'è chiamata petite blanche. Tra le colate di lava e il tufo verde del monte Epomeo, la biancolella è coltivata su antichi muretti a secco, e vendemmiata con l'ausilio di monorotaie come da manuale della viticoltura eroica. Con piante a volte secolari che raggiungono e superano i 500 metri di altitudine, la biancolella dà vini di colore giallo paglierino con echi dorati con l'evoluzione. Il profumo è fruttato e mediterraneo, con note fruttate, agrumate, di erbe aromatiche, frutta secca e cenni speziati. In bocca esplode, oltre alla freschezza, una sapidità iodata che evoca chiaramente clima e terroir. Si abbina molto bene con la cucina di mare: ottima con primi piatti a base di pesce o vongole, è perfetta anche con frutti di mare, crostacei, alici e pesci anche di una certa importanza. Da provare anche con la mozzarella di bufala, ma soprattutto con il coniglio all'ischitana.
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Biancolella
La biancolella può essere ascritta fra le uve bianche migliori d'Italia. Autoctona dell'isola di Ischia, nell'arcipelago campano di fronte a Napoli, beneficia della stessa caratura morfologica dei Campi Flegrei: suoli, dunque, pienamente vulcanici, a volte, nei cru migliori come Frassitelli, in altura, inframmezzati da emersioni rocciose verdi, estremamente minerali. Scarsamente produttiva e tardiva, la biancolella avrebbe origini greche, ma deriverebbe più direttamente dalla Corsica, dov'è chiamata petite blanche. Tra le colate di lava e il tufo verde del monte Epomeo, la biancolella è coltivata su antichi muretti a secco, e vendemmiata con l'ausilio di monorotaie come da manuale della viticoltura eroica. Con piante a volte secolari che raggiungono e superano i 500 metri di altitudine, la biancolella dà vini di colore giallo paglierino con echi dorati con l'evoluzione. Il profumo è fruttato e mediterraneo, con note fruttate, agrumate, di erbe aromatiche, frutta secca e cenni speziati. In bocca esplode, oltre alla freschezza, una sapidità iodata che evoca chiaramente clima e terroir. Si abbina molto bene con la cucina di mare: ottima con primi piatti a base di pesce o vongole, è perfetta anche con frutti di mare, crostacei, alici e pesci anche di una certa importanza. Da provare anche con la mozzarella di bufala, ma soprattutto con il coniglio all'ischitana.