Aglianico
Se c'è un vitigno meridionale che ha pienamente meritato il titolo di “Barolo del Sud”, quello è sicuramente l'Aglianico. Di origine greca, l'Aglianico è un vitigno complesso, difficile, schietto, capace di muovere da una giovanile scontrosità a una longevità impressionante, che regala a distanza di trent'anni sensazioni memorabili per eleganza e pienezza. Colori ricchi e granati, profumi intensi di confetture, spezie, tostature e liquirizia, bocche emozionanti per l'eleganza decisa del tannino e l'infinita persistenza. Questo il vitigno, ma i terreni? Come tutti gli imperatori del vino, anche l'Aglianico domina ogni angolo delle sue regioni con vesti molteplici ma sempre dirompenti.
Feudi di San Gregorio Irpinia Aglianico Serpico 2015
Elena Fucci Aglianico del Vulture Superiore Titolo 2019
Basilisco Aglianico del Vulture Teodosio 2020
Cantine del Notaio Aglianico del Vulture Il Repertorio 2021
La Rivolta Aglianico del Taburno 2019
BIO
Cantine del Notaio Aglianico del Vulture Il Sigillo 2016
Elena Fucci Aglianico del Vulture Titolo 2021
BIO
La Rivolta Aglianico Riserva Terra di Rivolta 2015
BIO
Musto Carmelitano Aglianico del Vulture 2017
BIO
Fontanavecchia Aglianico del Taburno 2018
Cantine del Notaio Aglianico Rosato Il Rogito 2021
Musto Carmelitano Maschitano Rosso 2017
BIO
Feudi di San Gregorio Taurasi Riserva Piano di Montevergine 2016
Feudi di San Gregorio Metodo Classico Dubl Rosato
Fontanavecchia Aglianico Ris. Vigna Cataratte 2015
Paternoster Aglianco del Vulture Synthesi 2016
Aglianico
Se c'è un vitigno meridionale che ha pienamente meritato il titolo di “Barolo del Sud”, quello è sicuramente l'Aglianico. Di origine greca, l'Aglianico è un vitigno complesso, difficile, schietto, capace di muovere da una giovanile scontrosità a una longevità impressionante, che regala a distanza di trent'anni sensazioni memorabili per eleganza e pienezza. Colori ricchi e granati, profumi intensi di confetture, spezie, tostature e liquirizia, bocche emozionanti per l'eleganza decisa del tannino e l'infinita persistenza. Questo il vitigno, ma i terreni? Come tutti gli imperatori del vino, anche l'Aglianico domina ogni angolo delle sue regioni con vesti molteplici ma sempre dirompenti.
Sottile ed elegante nel Casertano, dove il Massico regala al millenario Falerno, oggi riletto da Villa Matilde in modo esemplare, terreni calcarei e grande mineralità. Nel Sannio, più a Sud, i terreni vulcanici del Taburno, regno di maestri del vino come Fontanavecchia, donano calici di grande Aglianico, potente e magistralmente fine al tempo stesso. Pienezza e potenza distinguono anche gli Aglianico del Cilento, la zona più meridionale della Campania, dove Montevetrano firma l'ormai classico Core.
Ma i veri capolavori di questo re degli autoctoni italiani si trovano a Taurasi e sul Vulture, e mettono in scena, tra Campania e Basilicata, un autentico derby dell'Aglianico. Il primo, avellinese, è tra i rossi più ricchi e ampi d'Italia, frutto di almeno tre anni di affinamento soprattutto in grandi botti di legno, con sensazioni impareggiabili di incenso, spezie, cera, pelli, con una freschezza palpitante unita a una tannicità minerale perfettamente integrata.
Sul Vulture, immenso vulcano dell'alta Basilicata, domina invece un Aglianico di montagna, dagli inverni nevosi e rigidi, dal naso fitto di una trama minerale elegantissima, eccezionalmente sapido e sottile in bocca, dal tannino serrato giustamente bilanciato, anche qui, da pluriennali affinamenti in botti grandi e piccole.