Vino di Marche
Terra di confine, cui deve il nome, tra il Centro Italia e il Nord, la regione delle Marche è fra le più eterogenee del Paese vitivinicolo. L'uva più rappresentativa è certamente il Verdicchio, un bianco che ha scritto la storia del panorama vitivinicolo della regione.
Giusti Lacrima di Morro d'Alba 2022
BIO
Collepere Verdicchio di Matelica Grillì 2022
Collestefano Verdicchio di Matelica 2023
BIO
Claudio Morelli Bianchello del Metauro La Vigna delle Terrazze 2022
Bisci Verdicchio di Matelica Vigneto Fogliano 2020
BIO
Vignamato Verdicchio di Jesi Superiore Eos 2020
Luca Cimarelli Verdicchio di Jesi Superiore 2019
Villa Bucci Verdicchio di Jesi Cl. Riserva 2020
BIO
Marotti Campi Lacrima di Morro d'Alba Orgiolo 2019
Marotti Campi Verdicchio Riserva Salmariano 2017
Umani Ronchi Verdicchio di Jesi Villa Bianchi 2021
Luca Cimarelli Verdicchio di Jesi Generazioni 2020
Marche
Terra di confine, cui deve il nome, tra il Centro Italia e il Nord, la regione delle Marche è fra le più eterogenee del Paese vitivinicolo. L'uva più rappresentativa è certamente il Verdicchio, un bianco che ha scritto la storia del panorama vitivinicolo della regione.
Il Verdicchio è, senza tanti giri di parole, uno dei più grandi vitigni italiani a bacca bianca. Un vitigno che attende ancora una completa valorizzazione, ma che per versatilità e personalità si colloca al vertice della vitivincoltura internazionale in bianco. D'altronde, quello che per anni è stato probabilmente uno svantaggio, cioè l'estrema territorialità, oggi è il vero punto di forza del Verdicchio: un vitigno che è un tutt'uno con il territorio che, quasi unico, lo ospita. Il Verdicchio e le Marche sono infatti i coniugi di un matrimonio perfetto. È sui colli di Jesi, fra gli antichi castelli dell'antica Marca, che il Verdicchio ha trovato un habitat irripetibile, con un clima ancora mediterraneo ma già mitigato dalle correnti fresche dell'interno, con terreni stupendamente esposti e ricchi di depositi minerali che danno alle uve nerbo e struttura.
Del resto, come dimostra la valorizzazione del Verdicchio Riserva con una DOCG esclusiva, a dispetto del nome – Verdicchio da “verdolino”, quindi fresco e beverino – il vitigno non teme affinamenti lunghi e complessi in grandi botti o sui lieviti, che lo rendono immenso per ampiezza olfattiva e carattere al sorso: erbe aromatiche, melissa, sambuco, frutta esotica, mineralità sono solo alcune delle sensazioni che questo vino sa regalare. Ma l'oro delle Marche non è solo a Jesi. È anche a Matelica, immersa tra le valli appenniniche, dove si produce un Verdicchio di montagna, decisamente più fine e tagliente, di un'eleganza impressionante. Un vino che condivide con il fratello jesino l'eccellente risposta ai lunghi affinamenti, e di conseguenza una delle longevità più apprezzabili tra tutti i vini bianchi italiani, in grado di superare i 20 anni.
Ormai stabilmente ai vertici della produzione qualitativa del vino italiano, le Marche regalano vini rossi sia di buona beva e pronta aromaticità, sia di grande struttura e severo affinamento. Alla prima tipologia appartiene senz'altro il Lacrima di Morro d'Alba, prodotto d'eccellenza delle colline anconitane: un vino dotato di leggera aromaticità e grandissima suadenza, fine e delicato, con sentori fruttati e vinosi, ideale per l'accostamento con formaggi poco stagionati o con numerose preparazioni di pesce. Un vitigno, il Lacrima, noto e tutelato fin dai tempi di Federico Barbarossa, che ha rischiato l'estinzione ma che oggi viene vinificato anche in versioni affinate, che danno risultati eccellenti per struttura e longevità.
I “vinoni” marchigiani s'incontrano soprattutto intorno al Conero e, più a Sud, nel Piceno. Il Conero, l'imponente monte adriatico che sovrasta Ancona, regala ai vigneti di Montepulciano una meravigliosa esposizione meridionale e numerosi microclimi e terroir che trasmettono ai vini un carattere e una struttura sempre più riconosciuti e apprezzati. È, quello del Conero, uno dei più grandi Montepulciano italiani, qui tradizionalmente unito a gocce di uno straordinario Sangiovese “di mare” per ottenere un blend eccezionalmente longevo, di grande austerità e sapidità, capace di sopportare affinamenti decisamente impegnativi.
In fatto di grandi vini, il Piceno non ha nulla da invidiare alle Marche. Anche qui Montepulciano e Sangiovese, tra mare e montagna, contribuiscono alla realizzazione di capolavori enologici fra i più caratteriali d'Italia: lunghi affinamenti in rovere e sapienti vinificazioni all'avanguardia regalano calici di sorprendente robustezza, in cui il naso fruttato, speziato e balsamico confluisce in un sorso pieno, vellutato, setoso, infinito.
Solo Lacrima, Montepulciano e Sangiovese? Certo che no! Le Marche sono anche terra di vitigni internazionali, che qui trovano spazio non solo in vini-culto di reputazione internazionale, ma anche in prodotti dal rapporto qualità/prezzo estremamente concorrenziale. E, di più, le Marche sono anche terra di bianchi emergenti, come il Pecorino: un grande vitigno che, soprattutto in Piceno nella zona di Offida, dà risultati straordinari per struttura, persistenza e longevità. Decisamente da provare!