Vino di Lombardia
I reperti archeologici che raccontano della presenza della vite sin dall'età preistorica sono solo il preludio a una storia enologica florida e all'avanguardia, già fiorente in età preromana. Il successo dei “vini retici” in età romana e poi l'incontro con le tecniche enologiche francesi hanno reso la Lombardia una delle regioni vitivinicole più attive e avveniristiche della penisola. Pianeggiante, collinare e montano, il territorio lombardo insiste su suoli estremamente differenziati (dal marnoso all'alluvionale, dal morenico al calcareo) e riceve climi altrettanto variegati, dal continentale al montano al lacustre.
Prime Alture Pinot Nero Brut Io Per Te
Calatroni Pinot Nero Extrabrut Rosé Norema 2020
Rainoldi Valtellina Superiore Sassella 2021
Castello di Cigognola Barbera La Maga 2015
Prime Alture Merlot L'Altra Metà del Cuore 2015
Rainoldi Sfursat Fruttaio Ca' Rizzieri 2021
Monte Rossa Franciacorta Blanc des Blancs P.R. Brut
Lombardia
I reperti archeologici che raccontano della presenza della vite sin dall'età preistorica sono solo il preludio a una storia enologica florida e all'avanguardia, già fiorente in età preromana. Il successo dei “vini retici” in età romana e poi l'incontro con le tecniche enologiche francesi hanno reso la Lombardia una delle regioni vitivinicole più attive e avveniristiche della penisola. Pianeggiante, collinare e montano, il territorio lombardo insiste su suoli estremamente differenziati (dal marnoso all'alluvionale, dal morenico al calcareo) e riceve climi altrettanto variegati, dal continentale al montano al lacustre.
Centro nevralgico della viticoltura eroica italiana è la Valtellina, dove, su ripidi terrazzamenti in pietra realizzati fin dal Cinquecento e su terreni sabbiosi eccezionalmente permeabili, si alleva il Nebbiolo più antico al mondo e se ne realizzano rossi di carattere straordinario, ampi al naso e infiniti al sorso, di straordinaria longevità. Sul territorio valtellinese, diposto in cinque sottozone tra cui si distinguono Sassella per l'eleganza e Inferno per la ricchezza, insiste anche la produzione del mitico Sforzato, uno straordinario Nebbiolo secco da uve appassite, autentica perla della regione.
Autentico granaio del vino lombardo è tradizionalmente l'Oltrepò Pavese, un magico comprensorio di colline argilloso-calcaree dove hanno trovato il loro ambiente naturale sia vitigni autoctoni come la Barbera, la Croatina e l'Uva Rara, sia grandi internazionali come il Pinot Nero. Le prime uve concorrono ai rossi locali, sia fermi, come il grande Buttafuoco, sia mossi, come la Bonarda, ideali per la cucina regionale e capaci di un carattere invidiabile. Il Pinot Nero, qui muscoloso e imperioso, dà origine a rossi di personalità, ma soprattutto a un immenso metodo classico blanc de noirs, che determina uno dei più grandi poli spumantistici italiani.
Altrettanto bianchista è la Lombardia orientale. Qui domina la Franciacorta, regione che circonda il Lago d'Iseo e, da suoli morenici meravigliosamente minerali e ventilati, regala spumanti sensazionali per finezza e nerbo, figli di uno Chardonnay e di un Pinot Nero che qui hanno trovato un territorio d'elezione. L'intraprendenza del comprensorio franciacortino regala oggi non solo i classici Brut, ma anche imponenti e ricercate Riserve, con spumanti che sostano sui lieviti anche per dieci anni, e ancora il magico Satèn, un blanc de blancs con perlage particolarmente fine e cremoso.
A Sud del Garda, su terreni morenici baciati dal calore del lago, insiste il territorio magico del Lugana, origine di uno dei più grandi bianchi italiani. Qui il Trebbiano locale, detto Turbiana, regala calici freschi e citrini, di mineralità spiccata e interminabile, destinati a una longevità rara a trovarsi e capaci di reggere, con risultati spettacolari, importanti affinamenti in recipienti di legno. Non è l'unico dono del Garda lombardo, che include, più a Nord verso la Valtenesi, il vasto areale dei mitici chiaretti, rosati tenui ma irresistibili che hanno fatto la storia di questo comprensorio.
Altri rossi? Le zone più vocate sono quelle storiche tra Bergamo e Brescia, dove, in denominazioni tanto piccole quanto sparse (dalla Valcalepio a Curtefranca), spiccano i vitigni internazionali, qui impiantati da secoli con risultati di tutto interesse. E, alle porte di Bergamo, intorno a cru incredibilmente ricchi e soleggiati, il Moscato di Scanzo, perla nera passita dalla dolcezza straordinariamente armonica.