Lambrusco: tutto sulla bollicina rossa italiana
Il lambrusco è uno dei vini più famosi e variegati d'Italia. Prende il nome dal vitigno autoctono lambrusco, la cui produzione è concentrata nel nord dell'Italia, nella regione Emilia Romagna. È noto, grazie al corpo agile e all’invitante bollicina, per essere un vino facile da bere, e ciò lo rende, per molti assaggiatori, la porta d’ingresso ideale al mondo del vino in generale.
Che cos’è il lambrusco?
Il lambrusco è un vino sfaccettato come pochi altri, così vario che è difficile etichettarlo. Tant’è vero che, più che di “lambrusco”, sarebbe più corretto parlare di “lambruschi”. In primo luogo perché il vino lambrusco si produce con numerose tipologie di uve lambrusco, vinificate insieme oppure separatamente. E poi perché viene prodotto secco, amabile e anche dolce, rosso oppure rosato, frizzante (che è la versione più nota e apprezzata) ma anche spumante.
Quindi il lambrusco è dolce? Anche, ma non solo. Il lambrusco può essere dolce (o amabile), e anzi un tempo lo si produceva spesso così. Ora i gusti sono un po’ cambiati, e gran parte del lambrusco viene prodotto in versione secca. Prima di acquistare un lambrusco bisogna quindi osservare attentamente che cosa c’è scritto in etichetta e com’è denominato il vino nell’e-commerce che ve lo propone.
Come si produce il lambrusco?
Il lambrusco sta riscuotendo grande successo sul mercato perché è prodotto in numerose versioni, che incontrano i gusti di un pubblico estremamente ampio e diversificato. Per questo motivo, chiedersi come si produce il lambrusco equivale a domandarsi: quali tipologie di lambrusco esistono?
Generalmente, il lambrusco è un vino rosso frizzante prodotto con metodo charmat, cioè con la formazione delle bollicine all’interno di grandi recipienti d’acciaio sotto pressione. Generalmente la pressione non supera le 1,5 atmosfere.
Tuttavia, è sempre più gradito sul mercato il lambrusco spumante, prodotto sempre a metodo charmat ma con pressione di 6 atmosfere, quindi con una bollicina più esuberante e con le bottiglie chiuse con tappo a fungo. Venturini Baldini Lambrusco Brut Rubino del Cerro è uno splendido e grandioso esempio di spumante rosso da uve lambrusco biologiche, che il nostro sommelier vi suggerisce di mettere nel carrello e ordinare dal catalogo Italvinus.
Il lambrusco viene vinificato sia come rosso sia come rosé. Questo dipende anche dal vitigno di partenza, perché, mentre il grasparossa è più concentrato e non fa fatica a restituire un vino rosso, il salamino di Santa Croce è più scarico di sua natura, e quindi tende di per sé a regalare calici di color cerasuolo o chiaretto. È un lambrusco pimpante e suadente: provatelo nella bella versione del Rinaldini Lambrusco Frizzante R'Osé!
Qualche volta il lambrusco viene vinificato in bianco, ma sono casi rari: da queste parti, sono infatti già presenti altri bianchi frizzanti, come la malvasia di Candia aromatica, il pignoletto, l’ortrugo e altri ancora.
Le nuove frontiere del lambrusco riguardano la rifermentazione, quindi la formazione delle bollicine. Sempre più produttori lavorano con il metodo ancestrale, ottenendo quindi un lambrusco rosato con il fondo di lieviti, ricco di note tostate e di lievito che si aggiungono ai classici sentori fruttati. Un ancestrale molto tipico e di successo, una scommessa sicura sulla tipologia, è il Cleto Chiarli Lambrusco Ancestrale Fondatore, ma vi suggeriamo di provare anche il Cantina Sorbara Lambrusco F.ne in Bottiglia 2020.
Parallelamente, si va sperimentando anche il lambrusco a metodo classico, cioè spumantizzato con il metodo dello Champagne. Si tratta di chicche, ma non mancano nel catalogo di Italvinus, dove potete assaggiare Rinaldini Lambrusco Pjcol Ross Met. Classico Brut.
Le regioni e le denominazioni del lambrusco
Il lambrusco è prevalentemente un vino rosso frizzante, e in questo senso caratterizza moltissimo l’enogastronomia emiliana, che, in fatto di vini, ama moltissimo le bollicine. Si tratta di un vino molto popolare, semplice e immediato, che ha conquistato per la sua piacevolezza e il suo prezzo sempre molto contenuto.
Essendo un vino molto radicato nel territorio, gli sono dedicate varie denominazioni, che coprono le province di Modena e di Reggio Emilia, considerate quelle tradizionalmente vocate al lambrusco, oltre che alla produzione del Parmigiano Reggiano e dell’Aceto Balsamico Tradizionale.
Nel Modenese i lambruschi occupano tre denominazioni indipendenti, che ricalcano i vitigni oltre che le zone di produzione. Quali sono le denominazioni del lambrusco? E con quali uve si produce il lambrusco? Eccole:
- Lambrusco Salamino di Santa Croce, leggero, semplice e fruttato, generalmente rosato e tipico della pianura. Un prodotto semplice e diretto che potete mettere nel carrello senza pensarci su è sicuramente il Cantina Sorbara Lambrusco Salamino di Santa Croce.
- Lambrusco di Sorbara, di bassa collina, floreale, roseo e di un bel rubino deciso benché purpureo. Il grande classico della denominazione, che trovate sempre nel nostro e-commerce, è Cleto Chiarli Lambrusco di Sorbara Premium.
- Lambrusco Grasparossa di Castelvetro, tipico delle colline, più profondo, strutturato, intenso e complesso. Da provare in una versione straordinaria e completa: Pederzana Lambrusco Grasparossa della Tradizione.
Nel Reggiano, diversamente dal Modenese, si produce per tradizione un unico lambrusco dall’uvaggio delle varietà presenti anche nell’altra provincia. In questo caso si ricorre alla denominazione Reggiano. Un grande lambrusco da ordinare e riordinare, che vi suggeriamo senza dubbi, è il Venturini Baldini Lambrusco Secco M.se Manodori.
Si produce lambrusco in blend anche nel Modenese, e in quel caso si usa la denominazione Modena, anche se molti lambrusco vengono ancora etichettati con la denominazione di ricaduta Emilia.
Un biotipo di lambrusco si trova anche in Lombardia, nella bassa mantovana, e si chiama appunto lambrusco mantovano. Poi, siccome il lambrusco deriva in realtà da una famiglia di viti selvatiche (le vites labruscae), se ne trova in Italia un catalogo ancor più ricco, di cui fa parte anche l’enantio, coltivato e vinificato in Trentino.
Quali sono le uve del lambrusco?
Alla famiglia del lambrusco, che come si diceva è una vite selvatica che col tempo si è incrociata con vites viniferae ed è diventata ottima per la vinificazione, appartengono molte uve, almeno sessanta, quindi anche molte di più di quelle già citate. Solo in Italia si distinguono il lambrusco maestri, il lambrusco marani, il lambrusco montericco, il lambrusco pjcol ross, il lambrusco viadanese e molti altri.
Ma vediamo con ordine le varietà più qualitative, quelle, insomma, che anche vinificate da sole regalano il lambrusco migliore.
Il lambrusco di Sorbara è un'uva coltivata nell'omonima regione, dove è considerata la produzione dei Lambruschi classici e di più alta qualità. Quest'uva è vinificata con il metodo charmat per produrre vini spumanti di colore rubino chiaro o rosato, con sapori equilibrati, freschi, morbidi e floreali e tannini molto leggeri. Se cercate un’etichetta davvero per tutti i giorni, che vi stupirà per il rapporto tra prezzo e piacevolezza, mettete in conto numerose casse del Medici Ermete Sorbara Secco I Quercioli e avrete fatto un acquisto sicuro.
Il lambrusco grasparossa invece è un'uva che produce principalmente vini frizzanti ma molto più intensi, non solo nel colore ma anche nel carattere. Questi vini sono più strutturati e tannici, con aromi ancora fruttati ma con molta più frutta nera e note terrose, pur rimanendo armoniosi, freschi e delicati. Al sorso è un lambrusco elegante, sapido, con un bel finale ammandorlato. Se volete essere originali e provarne una versione amabile, ebbene eccola qui: Cleto Chiarli Grasparossa Amabile Centenario!
Il lambrusco salamino è una varietà particolarmente vigorosa, produttiva e tardiva, tipica della piana emiliana fino a Bologna. Dà vini rubino chiari, vinosi e fruttati, semplici e immediati, dal corpo contenuto e dal tannino molto delicato. Ha una piacevole vena sapida, soprattutto quando deriva dai vigneti migliori. Cercate un lambrusco biologico che unisca piacevolezza di beva a un sapore ricco e completo? Il nostro sommelier vi suggerisce il Quarticello Lambrusco Frizzante Ferrando 2018.
Come si beve il lambrusco?
Per quanto tempo si può conservare un lambrusco? Tranne rari casi di lambrusco come vino rosso fermo o spumante a metodo classico, il lambrusco non è mai un vino da affinamento. Va consumato giovane, per apprezzarne fragranza, freschezza e frutto nella loro massima e più immediata espressione.
La refrigerazione è d’obbligo, ma dipende anche dalle tipologie. I lambrusco rossi frizzanti possono essere serviti a 12-14°C in virtù della loro maggior struttura e del potenziale abbinamento con piatti più elaborati.
Con i lambrusco rosati o spumanti, che spesso si servono d’estate o per l’aperitivo, è bene procedere con una refrigerazione più intensa: tra i 10 e i 12°C se si pensa comunque all’abbinamento con un primo leggero, ma fino ai 6-8°C se si deve stappare un lambrusco rosé spumante per iniziare un pasto.
Per bene più spensierati, esiste anche un lambrusco biologico? Sì, ma poco. In Emilia e in generale in pianura è molto difficile fare viticoltura in regime biologico, perché l’umidità e gli agenti atmosferici rendono difficile ridurre nettamente gli interventi fitosanitari. Tuttavia il lambrusco biologico esiste, e in Italvinus lo potete trovare grazie alle splendide aziende Venturini Baldini e Quarticello.
Quali sono i migliori abbinamenti per un lambrusco?
Il lambrusco è il vino-simbolo dell’Emilia e, infatti, sembra quasi concepito per funzionare bene in abbinamento con le preparazioni tipiche di questa regione. Le costanti sensoriali di qualsiasi lambrusco sono, oltre al colore rosso o rosato, il naso fruttato e vinoso (con note di ciliegia, fragola, frutti di bosco rossi) e il sorso agile, fresco e a sua volta fruttato, molto poco alcolico, quindi seducente e di beva intrigante. A questo si aggiungono naturalmente le bollicine, che rendono l’assaggio ancora più pimpante e quasi scontato l’abbinamento con preparazioni grasse.
Tra i cibi tipici emiliani che vanno benissimo col lambrusco ci sono infatti alcuni fritti come lo gnocco fritto, e poi tantissimi salumi, dai salami alle coppe piacentine, fino alla salama da sugo tipica del Ferrarese. Il lambrusco è del resto un ottimo vino da antipasto, ma anche da aperitivo, come alternativa al prosecco. Lasciatevi allora coinvolgere dal più classico dei lambrusco rosa vivace carico, che trovate sempre nel nostro e-commerce a un prezzo imbattibile: Cavicchioli Lambrusco di Modena.
Il lambrusco si adatta perfettamente anche ai classici primi piatti emiliani, che sono dei simboli della gastronomia italiana. Si tratta soprattutto di paste all’uovo condite con sughi rossi di carne. Il piatto-simbolo sono le lasagne: piatto succulento, arricchito dalla besciamella, che il lambrusco si incarica di sgrassare a dovere. Poi ci sono naturalmente le tagliatelle al ragù bolognese. L’abbinamento perfetto? Non esitate a ordinare il Cavicchioli Lambrusco Vigna del Cristo 2020 e vi sentirete catapultati nei magici paesaggi dell’Appennino Emiliano.
Con i secondi di carne di maiale, e anche con arrosti leggeri, il lambrusco può rappresentare la soluzione ideale soprattutto in pranzi e cene estivi, quando non ci vuole appesantire troppo con il vino. Un bel lambrusco grasparossa, più strutturato ed equilibrato, può abbinarsi perfettamente anche con i formaggi e con secondi di carne più articolati e succulenti e grassi: cotechino, coniglio alla cacciatora, trippa alla bolognese.
Il lambrusco amabile o dolce, che è un prodotto tipico anche se ormai gli si preferisce sempre di più il secco, è ottimo come vino da dessert, specie con pasticceria secca o torte di confettura, sia con la frolla sia con le creme. Lo si può anche provare come vino da aperitivo al posto delle semplici bevande aromatizzate commerciali. Un esempio grandioso, a un prezzo straordinario, è il lambrusco amabile Venturini Baldini Semisecco Montelocco.
Quali sono le migliori cantine del lambrusco?
Anche se questa domanda non ha una risposta oggettiva, soprattutto quando si tratta di un vino così diverso come il lambrusco, per scoprire il mondo del lambrusco vi consigliamo di provare le aziende che hanno saputo interpretare la lunghissima tradizione di questo prodotto in chiave contemporanea. Aziende che hanno diversificato il catalogo svecchiando il lambrusco e presentandolo come agile vino da tutto pasto, dall’aperitivo al dolce.
Le cantine che hanno scritto la storia del lambrusco sono le cantine sociali del territorio, come la Cantina dei Produttori di Sorbara. Oggi le aziende sicuramente più apprezzate sono i tre grandi ambasciatori del lambrusco nel mondo. Cantine grandi, ma che mettono in bottiglia grande qualità. Si tratta di Ceci, che imbottiglia il premiatissimo Otello Nerodilambrusco, di Cleto Chiarli, con lo straordinario Sorbara Premium, e di Cavicchioli, il cui Vigna del Cristo è un fiore all’occhiello per l’intero mondo del lambrusco.
Tra i vini lambrusco di maggior successo si deve sicuramente citare, e ve lo suggeriamo caldamente perché macina premi ogni anno, il Concerto di Medici Ermete, azienda storica situata nel cuore delle terre emiliane più vocate. Lo stesso si può dire di Venturini Baldini, che produce lambrusco biologici certificati diventati nel giro di poco tempo i best seller di riferimento per la tipologia.
Numeri ridotti per le aziende che incontrano i gusti di chi ama un vino artigianale. Un tipo di prodotto che, nonostante il comprensorio porti sempre grandi quantità, è presente anche nel mondo del lambrusco. È il caso della famiglia Paltrinieri, che il nostro sommelier suggerisce anche per chi cerca il metodo ancestrale, e di Paola Rinaldini, grande sperimentatrice delle uve lambrusco minori, quindi delle nicchie.
Cercate un lambrusco insolito, che possa regalarvi sensazioni nuove dopo aver assaggiato tutta la gamma degli imprescindibili? Allora le aziende che vi suggeriamo, legate al territorio e all’artigianalità, sono Quarticello, Pederzana e Camillo Donati. Per chi desidera fare del lambrusco il suo grande vino!