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Pieropan
La prematura scomparsa di Leonildo Pieropan, nell'aprile 2018, non ha potuto che evidenziare il ruolo centrale che l'azienda di quello strepitoso visionario ha avuto nella rinascita e nel consolidamento...
Anno di fondazione | 1880 |
Enologo | Andrea Pieropan |
Vigneto proprio: | 60 / ha |
Produzione annuale | 540.000 bottiglie |
Paese | |
Regioni | |
Uve |
Vino di Pieropan
Pieropan
La prematura scomparsa di Leonildo Pieropan, nell'aprile 2018, non ha potuto che evidenziare il ruolo centrale che l'azienda di quello strepitoso visionario ha avuto nella rinascita e nel consolidamento dell'immagine del Soave. Un comprensorio vulcanico dalle eccezionali potenzialità, che grazie ai Pieropan si è fatto strada dal Veneto al mondo.
Il rinnovamento, a casa Pieropan, è passato non solo per una concezione moderna e scattante della Garganega, ma anche per il riconoscimento del Soave come vino di grandi cru, lunghi affinamenti e grande tradizione. Simbolo della rinascita della denominazione è innegabilmente La Rocca, un Soave affinato in legno per oltre anno, che ha fatto la storia del vino bianco italiano, troppo spesso refrattario alla serbevolezza.
La Rocca, dal nome di un fantastico vigneto su suolo calcareo-argilloso sito ai piedi del castello scaligero di Soave, rappresenta l'elevazione dell'autoctono al rango di vino grandioso, solenne, opulento. Elencarne i premi sarebbe quasi riduttivo per la sua sterminata personalità. Da uve surmature, è al tempo stesso corposo e fresco, minerale, avvolgente, sapido e caldo. Tutto, davvero, in un bicchiere.
E poi Calvarino, il grand cru dritto, teso, elegante e sottile, forse la rappresentazione più schietta e diretta del terroir vulcanico di Soave. Longevo, anche lui, certamente oltre il decennio. Colombare è la tradizione: il Recioto. Una Garganega appassita come si faceva una volta, da consumare nelle grandi occasioni, con un bel Pandoro, ad esempio. La sua decisa sapidità vulcanica ne equilibra in modo magistrale la garbata dolcezza.