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Monteverro
In una Toscana sempre più interessata dagli investimenti internazionali, Monteverro rappresenta una delle esperienze più riuscite e significative. È qui, in questo lembo di Maremma vicinissimo al Tirreno...
Anno di fondazione | 2003 |
Enologo | Matthieu Taunay |
Vigneto proprio: | 27 / ha |
Produzione annuale | 100.000 bottiglie |
Paese | |
Regioni | |
Uve |
Vino di Monteverro
Monteverro
In una Toscana sempre più interessata dagli investimenti internazionali, Monteverro rappresenta una delle esperienze più riuscite e significative. È qui, in questo lembo di Maremma vicinissimo al Tirreno con l'Argentario sullo sfondo, che Georg Weber e sua moglie Julia hanno impiantato 30 ettari di vigneto internazionale, magistralmente governato dalla conduzione di Matthieu Taunay. Nomi altisonanti dell'enologia mondiale, i cui risultati (basta osservare la modernissima cantina in perfetto stile bordolese) sono ormai nei palati dei più fini estimatori della regione.
Se è stata maniacale la selezione dei vitigni e dei cloni, forte un'esperienza internazionale che ha coinvolto anche le Americhe e l'Australia, altrettanto lo è la selezione delle uve, condotta attraverso cernite attentissime, persino triple, e accuratissime distinzioni del prodotto, già di per sé limitato a rese minime, in parcelle. Le fermentazioni naturali e l'assenza di chiarificazioni rappresentano il preludio alla conversione dell'Azienda al biologico certificato, ormai imminente.
I vigneti, affidati all'espertissima conduzione di maestri come Michel Duclos, Lydia e Claude Bourguignon, parlano a loro volta francese, ma si giovano dello spettacolare terroir maremmano, qui argilloso ma perfettamente drenante, splendidamente esposto (le altitudini non superano i 70-80 metri!) alle brezze tirreniche. Vini, dunque, naturalmente strutturati, austeri, pieni, salini, che conoscono puntualmente, come da scuola francese, le coccole carezzevoli della barrique, talvolta anche in fermentazione.
La gamma aziendale fa ormai parte del cult. Di livello spettacolare si conferma, annata dopo annata, il Monteverro. Un prestigioso uvaggio bordolese elegantemente purpureo, di eccezionale concentrazione, che spazia dalla macchia mediterranea alla china, dal mirtillo sciroppato al cioccolato fondente sino alla grafite. Emozione pura anche al sorso, che è opulento, riccamente caldo e tannico, infinitamente persistente. Vinificato parcella per parcella, affina in barrique per due anni.
Grandioso lo Chardonnay, dorato, agrumato, caramellato, fresco, speziato, burroso, minerale... che cosa aggiungere? Un fuoriclasse di razza che ha alle spalle 14 mesi tra cemento e barrique. Da non sottovalutare il Tinata, un uvaggio di Syrah e Grenache che esprime tuttavia le sensazioni del territorio, dal floreale al rosmarino, dal mirtillo al pepe nero fino al cacao e alla grafite con tocchi di mentolo. Il “Rodano in Toscana” che conosce un anno e mezzo tra cemento e barrique.
E i vini per tutti? Non mancano. C'è il Terra di Monteverro, secondo bordolese di casa, fruttato, speziato, erbaceo, di quell'eleganza minerale che è il marchio di fabbrica della tenuta, ma succoso e morbido al sorso. E poi il Verruzzo, un Merlot al 40% che sosta un anno in barrique e gioca sul garbo, floreale e fruttato al naso, avvolgente e setoso in bocca. E, infine, un grande Vermentino d'autore, che sosta sei mesi sui lieviti e regala un'esotica esplosione minerale di mango, zagara, pera e pane tostato.