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Michele Chiarlo
Lavava a mano i sacchi di tessuto con cui si filtrava il vino, precisamente il moscato di Canelli. Piemonte, inizio Novecento. È una fotografia di un'altra epoca quella che ci consegna la famiglia...
Anno di fondazione | 1956 |
Enologo | Stefano Chiarlo |
Vigneto proprio: | 60 / ha |
Produzione annuale | 1.100.000 bottiglie |
Paese | |
Regioni | |
Uve |
Vino di Michele Chiarlo
Michele Chiarlo Dolcetto d'Alba Le Coste 2020
Michele Chiarlo
Lavava a mano i sacchi di tessuto con cui si filtrava il vino, precisamente il moscato di Canelli. Piemonte, inizio Novecento. È una fotografia di un'altra epoca quella che ci consegna la famiglia Chiarlo con il suo patriarca Pietro. Lavoro umile, ma che porta quest'uomo a concepire un progetto vitivinicolo più articolato. E soprattutto a intuire le potenzialità straordinarie di questo territorio, destinato a diventare Patrimonio dell'Umanità proprio grazie ai suoi vigneti.
Michele nasce nel 1935, primogenito di Pietro. Dopo le scuole medie, Michele riesce a farsi iscrivere alla scuola enologica di Alba "a patto di essere sempre promosso". Missione compiuta: nel 1956 è a guida dell'azienda e, tra i primi in zona, comincia a identificare i migliori cru di questa parte del Monferrato e delle Langhe. Imbottiglia nel 1958 il primo Barolo. Ora possiede filari tra Cerequio e Cannubi, veri e propri miti della denominazione.
Uomo poliedrico e innovativo, Michele capisce che il vino ha bisogno di essere valorizzato in un più ampio contesto commerciale, ma anche storico, artistico, culturale. Nel 2003 nasce l'Art Park La Court, all'interno della tenuta La Court. È il primo esempio di land art fra i vigneti.
Il vero capolavoro di Michele è però la riscoperta della barbera. Ne concepisce per primo il potenziale di invecchiamento, portandola da semplice vino da pasto a importante rosso da degustazione. Un vino finalmente adulto, stabile, la cui rusticità, se debitamente guidata, può essere materia prima di rossi dall'eccezionale levatura internazionale, anche affinati in legno.
A coronamento di questo percorso, nel 1995 consacra alla barbera il suo "tempio". Michele acquisice infatti la Tenuta La Court, venti straordinari ettari a Castelnuovo Calcea, cuore storico della barbera. Non solo un luogo di produzione, ma un laboratorio dove vino, paesaggio e comunità trovano un terreno su cui dialogare. È a La Court che nasce la passione di Michele Chiarlo e dei suoi figli per il Nizza DOCG, il «Super Barbera» del Monferrato.
Barbera e moscato sempre nel cuore, oggi l'azienda possiede vigneti anche nel Gavi. I suoi vini più rappresentativi, oltre ai magici Barolo, sono le barbera: La Court, sfaccettata, evoluta e complessa quintessenza del terroir nizzardo e della varietà, e I Cipressi, un Nizza DOCG che nel 2018, grazie alla piacevolezza ma anche alla speziata mineralità, è stato dichiarato da Wine Enthusiast il miglior vino del mondo.