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Col d'Orcia
Col d’Orcia è, in primo luogo, una delle aziende fondatrici del Brunello di Montalcino. L’acquisto della prima tenuta risale infatti al 1890, quando la famiglia Franceschi, fiorentina d’origine, stabilì...
Anno di fondazione | 1933 |
Enologo | Antonio Tranchida |
Produzione annuale | 800.000 bottiglie |
Paese | |
Regioni | |
Uve |
Vino di Col d'Orcia
Col d'Orcia Brunello di Montalcino Nastagio 2015
BIO
Col d'Orcia Brunello di Montalcino 2017
BIO
Col d'Orcia Brunello Riserva Poggio al Vento 2013
BIO
Col d'Orcia Rosso di Montalcino Banditella 2016
BIO
Col d'Orcia Moscadello Pascena 2014 (0,37 L)
Col d'Orcia
Col d’Orcia è, in primo luogo, una delle aziende fondatrici del Brunello di Montalcino. L’acquisto della prima tenuta risale infatti al 1890, quando la famiglia Franceschi, fiorentina d’origine, stabilì in zona i suoi possedimenti, allora chiamati Fattoria Sant’Angelo in Colle. Dopo la presentazione dei primi Brunello nel 1933, la Fattoria si divide in due tenute separate, Il Poggione, tuttora attiva, e, appunto, Col d’Orcia. E, nel 1973, con il passaggio di proprietà ai Cinzano, piemontesi, la rete commerciale di Col d’Orcia si consolida e corona la lunga tradizione con successo internazionale.
Oggi Col d’Orcia è la terza azienda, per estensione, a Montalcino, con circa 150 ettari vitati, e la prima in Toscana per ettari a conduzione biologica. Numeri consistenti, che non devono però far dimenticare le radici territoriali e tradizionali dell’azienda “dal Colle che si affaccia sull’Orcia”. I vigneti sono situati mediamente a 450 metri s.l.m., versante sud della denominazione, su terreni sciolti, calcarei, ricchi di scheletro, perfettamente esposti a mezzogiorno. Alle accurate cernite in vigna, seguono vinificazioni precise e controllate, e poi affinamenti tradizionali, quando richiesto, in grandi botti di rovere, che dettano lo stile di questa famiglia. La sperimentazione, ormai, riguarda però il vino a 360 gradi, con splendidi tagli internazionali e alcuni bianchi incantevoli per classe, stile e bevibilità.
Il Brunello “annata” di Col d’Orcia, biologico certificato, è già un top. Tre anni in grandi botti e uno in bottiglia sono il biglietto da visita di un campione di austerità e ricchezza, che però sa stupire per dinamismo e scatto. Solenne e maestoso, Poggio al Vento è la Riserva di Brunello più prestigiosa, prodotta solo nelle annate migliori e dal cru più performante.
Un tocco di legno piccolo, invece, concede al Nastagio, secondo cru di Brunello, più rotondità e muscolarità, senza tradire la stoffa del Sangiovese. Più giovane e scattante, ma splendido e davvero per tutti i giorni, il Rosso di Montalcino, cui si affianca adesso un cru, Banditella, che ha la longevità di un Brunello e il dinamismo di un Rosso.
Gli ingredienti per bianchi di grande stile e per tutti i palati sono tutti presenti nella gamma di Col d’Orcia. C’è lo Chardonnay affinato in legno, Ghiaie Bianche, corposo e sottile al tempo stesso, di infinita aromaticità. Un Pinot Grigio giovane e fresco, fruttato, gentile ed elegante, eccezionale per i pranzi estivi ma non solo. Sulla stessa linea, ma con maggior vena sapida, uno splendido Vermentino. E poi il vino tradizionale di Montalcino, celebrato fin dal Rinascimento, molto prima che esplodesse il fenomeno del Brunello. È un Moscato a vendemmia tardiva, deliziosamente dolce ma di spiccata freschezza: il Pascena.
I tagli internazionali di Col d’Orcia sono ispirati al perfetto equilibrio fra austerità e rotondità, con profumi spiccati uniti alla naturale sontuosità regalata dal terroir di Montalcino. Ne derivano Nearco, da Merlot, Cabernet e Syrah affinati 18 mesi in barrique, e Olmaia, un Cabernet Sauvignon in purezza, robusto, carnoso, sensuale e indimenticabile. Giovani e fruttate, ma “d’autore”, le interpretazioni locali del Sangiovese, con lo Spezieri, vino quotidiano in uvaggio con il Ciliegiolo, e il Chianti Gineprone, versione di Montalcino della denominazione più celebre della Toscana.