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Cocchi
Giulio Cocchi, giovane e creativo pasticciere di Firenze, a fine Ottocento si trasferì ad Asti, una cittadina italiana del Nord ovest non distante da Torino. Stando alla leggenda, Giulio Cocchi si...
Anno di fondazione | 1891 |
Enologo | Giulio Bava, Donato Lanati |
Produzione annuale | 300.000 bottiglie |
Paese | |
Regioni | |
Uve |
Vino di Cocchi
Cocchi
Giulio Cocchi, giovane e creativo pasticciere di Firenze, a fine Ottocento si trasferì ad Asti, una cittadina italiana del Nord ovest non distante da Torino. Stando alla leggenda, Giulio Cocchi si innamorò della figlia del proprietario di uno dei bar situati sulla piazza principale della città, piazza Alfieri. Sembra che il suo amore fosse ricambiato, visto che ancora oggi quel bar è conosciuto come “Il Cocchi”, un punto di riferimento per la città.
Affascinato dalla tradizione enogastronomica piemontese, Giulio Cocchi scoprì in Asti la capitale del Moscato e trovò una diffusa tendenza ad aromatizzare i vini con erbe e spezie. Nel 1891 vi stabilì la sua attività, specializzandosi nella creazione di vini aromatizzati e spumanti come l’Asti docg. In particolare, creò ricette originali per il Barolo Chinato, l’Aperitivo Americano e diversi tipi vermouth, ottenendo successo e fama in breve tempo.
L’idea di Giulio Cocchi, eccezionale per l’epoca, fu di aprire rivendite autorizzate dove degustare questi prodotti. Nel 1913 c’erano già sette filiali di degustazione Cocchi in Piemonte, che in breve divennero 12. Quello di Cocchi era un brand molto conosciuto durante la Belle Epoque e sull’eclettica scena del periodo futurista. Il nome e i prodotti Cocchi divennero presto celebri in tutto il mondo come dimostrano i documenti delle esportazioni: da New York a Londra, da Sydney all’Africa coloniale e al Venezuela.
Dal 1978, la casa astigiana Giulio Cocchi fa capo alla famiglia Bava, produttori di vini in Monferrato e Langa, che hanno modernizzato le tecniche di produzione ponendo le basi per quello che è tornato ad essere un marchio di culto nel mondo. Tra i risultati degli ultimi 30 anni, la difesa del Barolo Chinato dall’oblio e il rilancio del Vermouth di Torino: lo Storico Vermouth Cocchi, dal 2011, è stato infatti propulsore della rinascita internazionale della denominazione “di Torino” tra i vermouth di alta gamma.
Da non dimenticare l’attenzione per il mondo degli spumanti brut di qualità da monovitigno, prodotti con il metodo italiano fin dagli anni Ottanta (il Cocchi Brut) e, più recentemente, l’impegno per la creazione e valorizzazione della DOCG Alta Langa, di cui Cocchi è tuttora uno dei paladini più impegnati.