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Argiolas
Antonio Argiolas alla fine degli anni trenta ha fondato quella che oggi è una delle cantine di riferimento della Sardegna nel mondo. Per decenni l’ha fatta crescere, e ha continuato a essere...
Anno di fondazione | 1938 |
Enologo | Mariano Murru |
Vigneto proprio: | 230 / ha |
Produzione annuale | 2.200.000 bottiglie |
Paese | |
Regioni | |
Uve |
Vino di Argiolas
Argiolas Carignano del Sulcis Ris. Is Solinas 2017
Argiolas Vermentino di Sardegna Is Argiolas 2021
Argiolas Vermentino di Sardegna Costamolino 2023
Argiolas
Antonio Argiolas alla fine degli anni trenta ha fondato quella che oggi è una delle cantine di riferimento della Sardegna nel mondo. Per decenni l’ha fatta crescere, e ha continuato a essere presente anche quando ha passato il testimone ai figli. Oggi lavorano in azienda i suoi nipoti, che rappresentano la terza generazione della famiglia.
Da circa venti anni Argiolas ha adottato l’agricoltura integrata per la conservazione e la sicurezza dell’ambiente. Si riduce al minimo l’uso di fitofarmaci, concimi e diserbanti, e si preserva la fertilità del suolo con la rotazione delle colture, usando razionalmente le risorse idriche e rispettando il territorio per prevenire l’erosione. Per combattere gli insetti nocivi Argiolas utilizza tecniche biologiche, e per custodire l’ambiente e la biodiversità introduce in vigna insetti utili, arricchendo il suolo di microorganismi benefici.
Argiolas seleziona con cura i terreni delle proprie vigne, per il suolo, l’esposizione, il clima, l’altitudine. Ogni tenuta è diversa e rende unici i grappoli che fa nascere. Da qualche anno, l’azienda ha attivato un progetto di zonazione che ha portato alla profonda conoscenza di ogni microterritorio e allo sviluppo di una viticoltura di precisione.
Le cinque tenute di Argiolas si collocano tutte nella zona centromeridionale della Sardegna, tra il Sulcis e l’entroterra cagliaritano. Il lavoro in vigna si concentra sulle varietà autoctone e realizza una gamma intrigante e completa, che garantisce pulizia e complessità a ogni livello. Ci sono ovviamente il vermentino – con lo splendido Is Argiolas, che proviene dalle vigne più vecchie – e il cannonau, ma anche uno splendido monica, Perdera, che è tra i top seller sardi nella nostra enoteca. Per bere mediterraneo tutti i giorni, ci sono anche Costamolino, un vermentino tra i più amati, una splendida espressione dell’autoctono nuragus, cioè il pronto e immediato S’Elegas, e naturalmente il nasco Iselis, altro bianco locale che stupisce per armonia, frutto e mineralità.
In cima alla gamma, tre campioni del vino sardo: il Korem, un bovale eccelso per potenza, complessità e morbidezza; l’Angialis, una vendemmia tardiva di nasco che, per le sue note intensamente floreali, è tra i migliori vini dolci italiani; il mitico Turriga, l’unico e vero “supersardinian”, 18-24 mesi in barrique nuova per un blend di cannonau in prevalenza che dà del filo torcere anche ai grandi rossi toscani.